Assasin's Creed 3 - Recensione

12.02.2013 15:05

Ciao a tutti!! oggi recensione su AC 3 !
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La struttura di Assassin's Creed III è inevitabilmente la stessa dei precedenti episodi: un'avventura in terza persona che si divide tra missioni principali ed un mucchio di attività collaterali, che probabilmente in questo capitolo raggiungono il loro apice in termini di diversificazione e qualità. Tra oggetti collezionabili, missioni secondarie, abilità a disposizione del protagonista principale, attività tra le più disparate, le cose da fare sono davvero tantissime. Riduttivo sarebbe però farne una semplice lista, molto meglio parlare di quelle più significative per spiegare come incidono in maniera positiva sul divertimento e la varietà offerti. Assassin's Creed III ha inoltre il merito di introdurre quasi tutte queste componenti attraverso la storia principale, per poi demandare il loro approfondimento alle missioni secondarie, che permettono di sbloccare trofei, abilità e guadagnare un bel gruzzolo per i propri acquisti. Trovandoci nell'America durante la guerra di indipendenza e con un protagonista indigeno, non poteva che essere presente la caccia attraverso le varie ambientazioni disponibili. Connor può utilizzare freccie, trappole, esche, pugnali ma anche la propria pistola per atterrare gli animali e poi ottenere pelli, ossa e altro, da rivendere o riutilizzare per arricchire la propria tenuta. Il "gioco nel gioco" di questo capitolo è infatti quello di addobbare, ingrandire e popolare un'enorme casa coloniale con un grande appezzamento di terreno a disposizione. Portando a termine le missioni dedicate è possibile ottenere artigiani, edifici di vario genere e la possibilità di produrre merce di vario genere, dai minerali al legno. All'interno della casa c'è un libro contabile grazie al quale è possibile utilizzare i progetti scoperti per fabbricare oggetti come vestiti o mobili fino a convogli di terra e di mare che possono essere inviati ai vari magazzini; dopo un certo quantitativo di tempo, salvo accadimenti negativi (indicati da una percentuale di rischio ben evidente), questi mezzi ritornano con i proventi raccolti dalla vendita. Un buon sistema per ottenere soldi quindi, da spendere in armi, mappe, vestiti e potenziamenti navali, minato però da un'interfaccia estremamente macchinosa, che necessita di parecchi passaggi per ogni singola selezione, e dal fatto che alla fine al di là del voler scoprire tutto, ci si riduce a produrre e vendere sempre le cose più renumerative

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"passeggia" tra una missione e l'altra; in generale questa parte è perfetta per i collezionisti, forse la più completa tra tutte quelle implementate nei vari Assassin's Creed. Accanto alla casa principale si sblocca più avanti la possibilità di ottenere una nave tutta per sé, l'Aquila, che può essere potenziata come da copione e da il la a tutta una serie di missioni marittime, assolutamente tra le migliori del gioco. Al comando diretto del timone è possibile fermarsi, alzare mezze o piene vele e sfruttare il vento per navigare lungo la costa fino ai Caraibi; con i dorsali superiori ingaggiare le navi nemiche grazie a cannoni e altro, perfino abbordare altri vascelli quando richiesto dalla missione stessa. Il sistema di controllo funziona alla perfezione, la varietà è adeguata e il senso di immedesimazione perfetto. Dal nulla Ubisoft è riuscita a creare un sistema di navigazione navale che potrebbe tranquillamente essere implementato in un gioco a sé stante, e perfino i rumori e le frasi della propria ciurma sono particolarmente credibili. Collegati alla possibilità di solcare i mari ci sono i gingilli di Kidd, dei collezionabili che dopo essere stati raccolti in un certo quantitativo "sbloccano" delle missioni che ricordano in parte quelle delle Tombe di Nerone del secondo capitolo, ovvero sezioni platform in ambientazioni specifiche (navi in fiamme, neve...) seppur di durata più breve ma molto divertenti. Abbiamo infine gli adepti assassini, che possono essere reclutati liberando porzioni di città grazie a delle piccole missioni locali, e possono essere mandati in giro per l'America allo scopo di acquisire esperienza e riportare soldi ed oggetti. Permettono inoltre di avere in dono abilità da scatenare col dorsale inferiore sinistro, come il classico assassinio, l'uccisione dalla distanza o la possibilità di scatenare tumulti popolari. Scontato dire che alla luce di tutto questo ben di dio, la forbice temporale con la quale è possibile portare a termine il gioco varia profondamente; si può passare dalle dieci-dodici ore per la pura campagna principale - ma sarebbe da pazzi giocare in questo modo il titolo, vista la sua struttura - per arrivare tranquillamente alle trenta abbondanti necessarie ad ottenere il 100%. Noi lo abbiamo finito in 21 ore, con un bel po' di attività secondarie portate a termine e diverse ancora da completare. La ripetitività e la noia sembrano essere quindi un lontano ricordo: Assassin's Creed III ha quella sindrome positiva del portare il giocatore a "distrarsi" continuamente dalla missione principale, dedicandosi all'esplorazione e al collezionismo.

Questo è tutto! Ciao da Sasuke Mille Falchi95